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COMUNICARE LA DIVERSITA’ NEI MEDIA. LEZIONE DELLA PRESIDENTE MARIANNA SALA ALLA CATTOLICA DI MILANO

Si è svolta ieri a Milano, nell’ambito del corso in “Comunicazione interculturale” dell’Università Cattolica, la lezione della Presidente del Corecom Lombardia, Marianna Sala, sul tema “Comunicare la diversità. Il punto di vista del Corecom Lombardia”. “Ringrazio tutti gli studenti presenti e la Prof.ssa Anna Sfardini, insegnante del corso, per l’attenzione dimostrata riguardo a temi così importanti, quali la discriminazione e gli stereotipi nel linguaggio dei media” – ha dichiarato Marianna Sala.

Molti i temi affrontati nel corso della lezione. In particolare, la Presidente Sala si è soffermata sull’importanza dei mass media nel rappresentare la realtà e dunque sul potere dei media, vecchi e nuovi, di veicolare messaggi di rispetto e tolleranza della diversità contro ogni forma di stereotipo e discriminazione. “In particolare, i dati ci mostrano come le donne siano spesso vittima di stereotipi di genere nelle trasmissioni televisive e di come l’immagine femminile venga ancora spesso associata alla sensualità e alla bellezza e il corpo delle donne come richiamo sessuale e come strumento per raggiungere un certo risultato” – ha dichiarato Marianna Sala.

E sul tema del linguaggio della disabilità, ha sottolineato come spesso le persone disabili siano vittime di un linguaggio discriminatorio nella rappresentazione mediatica della loro diversità, al punto da evidenziare come spesso avvenga una vera e propria "distorsione della realtà che porta le persone disabili a non sentirsi rappresentate ma piuttosto a essere vittima di discriminazione. Espressioni come vittima, individuo svantaggiato, eroe, comico: sono molteplici le etichette con cui si dipingono le persone con disabilità nei media – ha continuato Sala. I media infatti hanno un potere enorme nel veicolare messaggi di inclusività, usando toni e linguaggi il più autentici possibile. Ad esempio, espressioni come «persone costrette sulla sedia a rotelle» o «legate a una sedia a rotelle» dovrebbero essere messe da parte a favore di descrizioni più inclusive come «persona su sedia a rotelle» o «qualcuno che utilizza una sedia a rotelle»” – ha concluso.