Si è svolta stamani a Venezia, presso la sede del Consiglio regionale del Veneto a Palazzo Ferro Fini, la prima commissione consiliare permanente del Veneto a cui è intervenuta la Presidente del Corecom Lombardia e Coordinatrice nazionale, Marianna Sala, sul tema dell’attuazione regionale della normativa che disciplina il contratto di servizio pubblico di telecomunicazione e radiotelevisione nel quadro del Testo Unico dei servizi dei media audiovisivi e radiofonici (D. Lgs. n. 208/2021).
Insieme alla Presidente Sala, sono stati sentiti in audizione il Direttore della sede regionale Rai Veneto, Giovanni De Luca, e il Presidente del Corecom Emilia-Romagna, Stefano Cuppi. Ha preso parte altresì il Presidente Corecom Veneto, Marco Mazzoni Nicoletti.
Sono state illustrate le possibilità per le Regioni, sia dal punto di vista normativo che tecnologico, di raggiungere nel prossimo futuro l’obiettivo contenuto nella Legge di riforma della Rai risalente al 1975 che prevedeva la nascita della cd. Terza rete federale - in forza della quale, all’epoca, in ogni regione sorsero le sedi Rai - obiettivo, peraltro, non raggiunto per effetto della sentenza della Corte Costituzionale del 1976 per effetto della quale fu autorizzata l’emittenza locale e occupata la banda delle frequenze analogiche dell’epoca, rendendo di fatto impossibile la nascita della Rai Tre federale.
Il traguardo non venne raggiunto nemmeno dopo il 2004, a seguito dell’entrata in vigore della cd. Legge Gasparri che, tra l’altro, oltre a disciplinare la prima transizione dalla tecnologia analogica a quella digitale, aveva introdotto la possibilità che le Regioni si dotassero di una legge che consentisse la conclusione di particolari contratti di servizio con la Rai. Lo sviluppo ulteriore del digitale, la ‘liberazione’ di alcune frequenze, l’esistenza di una rete tecnologica macroregionale che allo stato attuale trasporta le Tgr Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, offrono in prospettiva alle Regioni l’opportunità di affrontare l’iter legislativo dal quale può discendere la possibilità di discutere con la Rai per creare, anche al fianco della Rai Tre esistente, una Rai Tre regionale aggiuntiva, da arricchire con contenuti specifici, ripercorrendo, nella sostanza, quanto previsto nell’originaria Legge di riforma del 1975.
“In base all’art. 60 del TUSMA (Testo Unico Sistema Media e Audiovisivo), norma sinora mai attuata, le Regioni possono procedere alla stipula di contratti di servizio pubblico regionale con la Rai, previa approvazione di apposita legge regionale. Da tempo le Regioni a statuto ordinario chiedono di avere più spazio nell’ambito della comunicazione. Ora i tempi paiono maturi per dare finalmente attuazione a detta normativa nazionale che sembrava dimenticata. – dichiara la Presidente Marianna Sala – Del resto, fare audiovisivo vuol dire fare cultura e promuovere il territorio regionale sia sotto gli aspetti ludico-culturali, sia sotto il profilo della dimensione informativa del servizio pubblico. Ben venga, dunque, da parte delle Regioni l’approvazione di leggi regionali volte a disciplinare il servizio pubblico Rai in ambito regionale”.